L’architettura della celebre chiesa rupestre – attualmente alterata dalla distruzione della facciata, avvenuta alla fine dell’800 – presenta una pianta inversa, con due pilastri che dividono l’aula in tre navate e sei campate, ciascuna avente la volta diversamente decorata. La calotta absidale, attualmente scomparsa, con due nicchiette laterali in funzione di prothesis e diaconicon, era posta nel bema orientato verso est presso la navata sud, alla sinistra dell’ingresso centrale. La posizione del bema testimonia che si è rispettato l’orientamento liturgico, e questo fa datare la sua escavazione alla fine del XII secolo. La Candelora è famosa per i suoi dipinti parietali che sembrano ricalcare i modelli decorativi della Cappadocia rupestre.
I dipinti sono posti nelle arcate cieche e sulla parete orientale e il più noto fra essi rappresenta la Presentazione al Tempio o Hypapanté, di scuola comnena e risalente alla prima metà del XIII secolo, unica scena cristologica tra i soggetti delle icone murali del tempio. Accanto, di estremo interesse è anche la presenza di una raffigurazione della Vergine che con la mano accompagna il Bambino che porta in mano un cestello contenete pani o uova, probabilmente una rappresentazione dell’antico tema bizantino del Cristo Trofeo o del nutrimento spirituale (XIII-XIV secolo); ai suoi piedi due figurine di committenti, probabilmente marito e moglie. Nella parete settentrionale le arcate ospitano, da destra a sinistra, il dittico di San Nicola pellegrino e Santo Stefano, avente anch’esso ai piedi una figura di committente in abito bianco sacerdotale, ed una Madonna con Bambino, posta tra due immagini di San Nicola.
Tutte queste pitture sacre sono databili tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, come pure sulla parete occidentale le icone di San Giovanni Evangelista, San Pietro, Sant’Antonio Abate, San Marco – anch’esso ha ai piedi una figura di committente con incensiere – ed una Vergine col Bambino in trono o Platitera.