La chiesa rupestre di San Gerolamo, liturgicamente orientata, ha l’ingresso parzialmente murato, e decorato con un arco a tutto sesto, sormontato da una ghiera modanata. La pianta è trapezoidale e vi sono tre archi a costituire un triforium per dividere il bema – la zona sacra, esclusiva dei sacerdoti nelle chiese bizantine – dall’aula, destinata ai fedeli. In quest’ultima vi è una cisterna. Nella parete sud vi sono due nicchie a pianta ortogonale, arcuate a tutto sesto. Nella parete nord vi sono due archi pervi, che consentivano l’accesso al paraecclesion, la cappella laterale delle chiese bizantine. La ghiera è presente come motivo decorativo in tutti gli andamenti curvilinei: triforio, arcate cieche e nicchie. Sulla parete sud dell’aula si riconosce la testa di un Santo Eremita o Profeta. Sulla parete nord del bema si intravede una Vergine con il Bambino con la scritta esegetica latina D(omi)ni Mat(er) e sulla parete nord del paraecclesion un Santo Vescovo con il pallio crociato vescovile.
Gli affreschi sono attribuibili al XIV secolo. Vi sono anche alcune sinopie, o affreschi incompleti, perché lasciati allo stato di disegno preparatorio, in color ocra rossa, tra cui il volto di un Santo Anonimo, sulla parete sud del bema. Molti i graffiti e le iscrizioni incise, come quelle che ci fanno conoscere la dedicazione dell’altare della nicchia sud a Santa Barbara, e quella che sembrerebbe la probabile firma dell’architetto della chiesa: EGO FECI PE[T]RUS [IN]DIGNUS.