Largo Mater Domini

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L’attuale Largo Mater Domini costituisce una breccia relativamente recente nelle muraglie che cingevano il versante nord del centro abitato medievale e moderno. In tale spazio, infatti, sino al 1859 si elevava la chiesa di Mater Domini Antiqua, edificata in periodo angioino, nel 1316, e crollata per vetustà.

L’Apprezzo seicentesco ci rivela che ad essa si affiancavano altre due cappelle, l’una dedicata a San Giuseppe, Sant’Antonio e San Trifone, l’altra allo Spirito Santo. Al crollo della chiesa sopravvisse per pochi decenni una cripta con un affresco riproducente una Vergine col Bambino, ma anch’essa venne distrutta alla fine dell’Ottocento.

Di queste fabbriche religiose oggi non resta più nulla, se non una lesena listellata d’ordine jonico, risalente al XIV secolo, visibile all’imbocco del Largo venendo da Via Purgatorio, ed un cornicione che affianca una nicchia – ove è esposta una recente immagine della Vergine, presso l’affaccio su via Muraglie – che dovrebbero far parte anch’essi dell’antica chiesa (e forse rappresentare i resti della cosiddetta”cripta”), risalendo quindi al XIV secolo.

Nelle adiacenze della chiesa di Mater Domini, dal XIV agli inizi del XVII secolo, venne ospitato il primo Convento dei Francescani della Scarpa, che nel XVII secolo si trasferirono in una nuova sede “fuori delle mura”, presso l’attuale chiesa dell’Immacolata.

Il primo convento francescano è entrato nella leggenda mottolese: si vuole che nel 1389, nel periodo delle lotte dinastiche di successione degli Angioini, la formidabile piazzaforte di Mottola – che era dalla parte dei Durazzeschi, dei quali ospitava un esercito di ben 19.000 armati comandati da Scipione Sanseverino da Bisignano – venne espugnata e distrutta solo grazie al tradimento del frate Nicola Diego di Conversano, che fece entrare nella città i Francesi del Viceré di Napoli Mongioia attraverso un passaggio segreto del Convento.

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