All’estremità meridionale di Piazza Plebiscito è collocata la Cappella di committenza confraternale dedicata alla Vergine del Rosario, costruita appena fuori delle mura e della Porta Vecchia della città fortificata tra il 1649 ed il 1700. Nel Mezzogiorno d’Italia la devozione alla Vergine del Rosario conobbe un enorme incremento a partire dal XVI secolo, ovvero dalla vittoria sui Turchi a Lepanto, conseguita dalle navi cristiane il 7 ottobre 1571, proprio nel giorno dedicato alla Madonna. Nei primi anni venne usata come Oratorio della Confraternita, anni dopo venne aperta a pubblico (31 ottobre 1785) e successivamente ampliata, nel 1867.
La facciata è estremamente semplice e priva di orpelli. Sul prospetto principale gli unici elementi decorativi sono rappresentati da due nicchie che dovevano ospitare delle statue, da un semplice rosone e, incastonata al di sopra del portale d’ingresso, da una formella di porcellana decorata del XVIII secolo, rappresentante la Madonna del Rosario con il Bambino in braccio, con la corona retta da due angeli e l’iscrizione S.M.V.R. 1752 (Santa Maria Vergine del Rosario 1752), del tutto simile a quella di via Marasco (vedi) che a sua volta era dedicata alla Madonna del Carmelo.
La cappella presenta un’unica navata, con cinque altari. Sull’attuale altare centrale – realizzato a Putignano alla metà del XIX secolo e che ha sostituito l’originale del XVII secolo – troneggia la statua della Vergine del Rosario (fine XVIII secolo), affiancata dalle statue di San Domenico e Santa Caterina (inizi XIX secolo), attualmente in restauro.
A sinistra dell’altare centrale è posta la statua settecentesca in cartapesta del Cristo crocifisso (la croce è di fattura recente), mentre alla sua destra campeggia la statua di Sant’Antonio Abate.
Il primo degli altari laterali, partendo da sinistra, ospita le due statue del Sacro Cuore di Gesù e della Vergine Maria. Subito dopo troviamo il più antico altare della chiesa, dedicato a San Luigi Gonzaga che è raffigurato in un dipinto fatto realizzare dal donatore, il vescovo Ludovico Della Quadra (1664-1695), il quale nel 1672 fece erigere a sue spese l’altare e dipingere la tela. Fino a pochi decenni fa l’altare era delimitato da una cancellata.
Sulla parete destra, presso l’altare più vicino all’ingresso, sono collocati in alto la statua dell’Addolorata e in basso quella di Gesù morto, ambedue risalenti alla fine del XVIII secolo. Sull’altro altare troviamo un dipinto recente di Pasquale Lentini, raffigurante San Pasquale Baylon, che ha sostituito una antica tela della fine del ‘700, avviata al restauro, che rappresenta una Madonna col Bambino.
Una autentica rarità è rappresentata dalla presenza in questa Cappella della Via Matris, una variante antica e poco conosciuta della più nota Via Crucis. Se infatti quest’ultima rappresenta in 14 stazioni i principali episodi della passione di Gesù Cristo, la Via Matris mottolese rappresenta in altrettante stazioni “i sette acerbissimi dolori di Maria Vergine, meditati nella forma medesima della Via Crucis”, ovvero la Profezia di Simeone, la Fuga in Egitto, la Perdita di Gesù nel Tempio, l’Incontro di Gesù colla Croce, la Crocifissione di Gesù, la Deposizione dalla Croce ed infine la Sepoltura di Gesù. Le tavole che raffigurano le sette stazioni sono peraltro di fattura recente, mentre l’organo rappresenta l’unico elemento superstite di una splendida cantoria settecentesca.