Il Trullo Sovrano

Vogliamo cominciare la visita di Alberobello da questo imponente trullo, l’unico trullo urbano ad avere anche un primo piano e tra i primi ad essere costruito con la malta.

Esso è una Casa Museo, arredata con arredi e suppellettili assolutamente autentici ed originali, espressione della sobria civiltà contadina degli antenati pugliesi. Passando di stanza in stanza (ve ne sono dodici, e vi è anche un giardino) sembrerà di tornare indietro di almeno un secolo, allorquando i ritmi della vita erano scanditi dal duro lavoro nei campi.

Costruito a partire dagli inizi del seicento e completato nella prima metà del settecento, l’imponente Trullo Sovrano si trova alle spalle del Santuario dei Santi Medici Cosma e Damiano, protettori della città, di cui ospitò le reliquie durante i primi anni dell’ottocento. Dal 1826 fu sede della Confraternita del SS. Sacramento e sul finire del XIX secolo fu acquisita dalla famiglia Sumerano, ancora oggi proprietaria dell’immobile, che vi si stabilì e vi abitò. Lo storico Giuseppe Notarnicola denomina originariamente questo edificio “Corte Papa Cataldo”, toponimo riferito per estensione all’intero vicinato, e ne fa risalire il nome, probabilmente, alla famiglia del sacerdote Cataldo Perta (1744 – 1809), che edificò la struttura e la usò come propria dimora.  In un importante documento notarile del 15 aprile 1797, infatti, appare la denominazione Corte Papa Cataldo, in relazione ad alcune modifiche apportate alla casa. In base a questo documento è possibile datare la facciata del Trullo Sovrano al 1797 o al precedente anno.

Il problema dell’anonimo maestro trullaro che realizzò questo trullo a doppia volta, per un’altezza complessiva di 14 metri, era quello di non poter sovrapporre certamente due coni e, comunque, di non voler realizzare un solaio in legno. Egli lo superò, quindi, costruendo la volta del piano terreno a crociera, sorretta da quattro archi romanici, addossati, ognuno, ai muri principali. L’abilità del progettista trullaro si rinviene anche nella realizzazione della scala di accesso al piano superiore, incassata nello spessore del muro, confortevole e mimetizzata, e nell’utilizzo dei muri per ricavarvi delle nicchie, aventi funzione di stipi e, alla bisogna, di nascondiglio per difendersi dai briganti.

 

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